IIRD e nuovi indirizzi per il quinquennio 2000 - 2004


 

Dalla data di costituzione dell'IIRD (era il 1977) si è andato sviluppando all'interno dell'Istituto il criterio secondo il quale i grandi avvenimenti della storia contemporanea avvenivano nel rispetto, più o meno bilanciato, degli equilibri che contrapponevano i blocchi. Non è facile riandare con la memoria ad un passato che non è affatto remoto ma che sembra ormai molto lontano. Se volessimo in ogni caso ripercorrere il tragitto che l'istituto ha seguito, sviluppando una politica fondata sulla promozione della vicinanza di fatto dei popoli e delle nazioni nella realtà dei fatti, troveremmo come ormai solo la coerenza dei princìpi appare elemento sul quale vale la pena di soffermarsi.

 

La tenacia con la quale si sono voluti mantenere vivi i grandi elementi di discussione su temi come la libertà e le libertà, aiuto e sviluppo, terzo e quarto mondo, nord e sud del pianeta, guerre endogene e guerre provocate, diritto e diritti, pandemia dei conflitti etnici, religiosi e di espansione appare come cosa passata, appare come altro rispetto a ciò di cui ci troviamo al momento protagonisti.

 

Per le ragioni che ciascuno può ritenere più verosimili, anche in ossequio alle proprie convinzioni politiche, abbiamo attraversato il guado simbolico, ma non solo, che viene rappresentato dall'abbattimento del muro di Berlino nel 1989.

 

Dopo duecento anni dalla Rivoluzione Francese, dopo guerre locali e mondiali, dopo restaurazioni vere e simulate, il mondo è sembrato vivere un nuovo sussulto.

 

Ciò che sembrava inamovibile come i sistemi socio-politici fino ad allora esistenti, si andava sgretolando rapidamente senza che nessuno sapesse bene cosa si stesse preparando e come si dovessero affrontare i problemi che di lì a poco si sarebbero determinati.

 

Naturalmente a nessuno sfuggiva come sommovimenti profondi fossero imminenti soprattutto nel ridisegno di molte delle realtà statuali che erano state cooptate in confluenze spesso non volute o mutate nel corso dei tempi.

 

E con il nuovo quadro del fiorire di nuovi Paesi, molti dei quali determinatisi in Stati veri e propri la prima grande emergenza è apparsa quella della insufficienza dei confini di ciascuno Stato come elemento posto a barriera del movimento di grandi masse di persone in movimento verso altre terre, per ragioni di credo, di persecuzione delle idee ma soprattutto per un incontenibile bisogno di miglioramento delle proprie condizioni di vita.

 

Nel contempo i grandi Organismi internazionali risentivano in eguale misura della impreparazione a volte particolarmente significativa e hanno dimostato la propria fragilità in moltissime occasioni, sempre tesi come sono stati, ad ascoltare ora le sirene ora le minacce di chi ha saputo far pesare il proprio ruolo storico in quei consessi.

 

Anche l'IIRD non è stato in grado di adeguare immediatamente propri programmi ed i propri progetti alle realtà stringenti proprio perchè anch'esso preso dalla immediatezza e repentinità dei processi nuovi che coinvolgevano anche e soprattutto le diplomazie di quei Paesi che avevano espresso la volontà di fondare e di far vivere l'Istituto.

 

Infatti, bisogna ammettere che nel periodo successivo alla data storica, si è cercato più di capire, analizzando, che di analizzare, proponendo ed attuando.

 

Con onestà di pensiero va detto che si è trattato di un periodo di ingessatura che si intende ora rimuovere rilanciando attività nuove mediante criteri più attuali.

 

Ricollegandosi al già detto moltiplicarsi delle realtà statuali, non sfugge come la presenza sulla scena mondiale di questi nuovi stati sia molto spesso puramente simbolica.

 

E' abbastanza frequente come le diplomazie di tali Stati siano di fatto rappresentante da delegazioni presso le Organizzazioni Internazionali più significative, prima fra tutte le Nazioni Unite, e poi dallo scambio di diplomatici con i Paesi confinanti e solo raramente allargando la propria presenza in realtà più lontane con o senza una reale rete consolare.

 

Ben poche volte ciò succede per chiara scelta politica del Paese. I motivi sono per lo più di natura economica. I bilanci di molti Paesi non permettono in fatti la presenza di Cancellerie oltre lo stretto necessario.

 

Noi crediamo però che proprio la presenza più diffusa nei Paesi politicamente, socialmente e commercialmente più importanti di quegli Stati, potrebbe rappresentare un elemento fondamentale per

una migliore conoscenza di tante realtà socio-politiche lontane dalla ordinaria ribalta.

 

Un discorso a parte merita poi la questione dei micro-stati i quali si trovano ad affrontare molto spesso il primo e fondamentale dei problemi. Quello della mancata conoscenza della loro esistenza se non per gli addetti ai lavori e per qualche raffinato cultore della geografia politica.

 

Questi Stati normalmente non sono presenti se non nella Assemblea delle Nazioni Unite e forse della Croce Rossa.

 

Cosa significhi la mancanza conoscenza della presenza di questi, ma anche di molti altri Stati, è facilmente intuibile laddove si voglia considerare come, nella ignoranza, si propaghino sospetti e rifiuti facendo crescere la già esistente lontananza di questi mondi.

 

Ora, la stessa denominazione dell'IIRD, Istituto Internazionale per le Relazioni Diplomatiche, calcando il valore semantico del nome, porta a credere che il bisogno dello sviluppo delle relazioni diplomatiche sia da ritenersi ben più importante di quanto il principio dello jus gentium possa far ritenere nelle forme accademiche nelle quali ordinariamente si sviluppa.

 

L'evoluzione del sistema mediatico che di fatto impedisce la conoscenza reciproca solo a chi non la voglia attuare, potrebbe risultare estremamente importante al fine di creare 'isole di conoscenza' finalizzate alla promozione della presenza diplomatica nei Paesi ad alto indice di sviluppo.

 

L'IIRD quindi, intende presentare a tutti i suoi Membri, un documento di programmazione e di indirizzo per il quinquennio 2000 - 2004 che risulti in grado di promuovere un progetto del tutto nuovo rispetto alle presenze diplomatiche tradizionali, senza voler intaccare la valenza di queste ma anzi esaltandone valore e funzione.

 

E' noto come vi siano moltissime persone di valore che potrebbero di fatto svolgere la benemerita funzione diplomatica onoraria con scrupolo e con passione ottenendo risultati talvolta incredibili nel difficile compito di sviluppare gli interessi più vari degli Stati da essi rappresentati.

 

Ciò che potrebbe fondere, complementando, le necessità o la convenienza di taluni Stati di essere presenti nei luoghi di cui è stato già detto e l'interesse di una nomina a diplomazia onoraria da parte di talune persone di valore dall'altra è il progetto cui tende a dar vita l'IIRD.

 

Appare chiaro, a tutta prima, che si tratta di un progetto di grande portata, non necessariamente gradito a tutti, ma certamente carico di nuove prospettive e di interesse internazionale.

 

La valenza politica di un tale avvenimento è facilmente comprensibile e può prestarsi alle più svariate combinazioni di valutazioni e di analisi.

 

I problemi insiti nella realizzazione del progetto sono molti  e di non facile soluzione.

 

Si potrebbe pensare a possibili manipolazioni nei suggerimenti per le nomine diplomatiche o alla sovraesposizione di presenze diplomatiche in alcuni Paesi a scapito di altri.

 

Ancora più importante potrebbe apparire la difficoltà rappresentata dai costi che tale operazione potrebbe rappresentare. L'IIRD crede che tutte le obiezioni o gli scetticismi possano, anzi debbano, essere oggetto di discussione ampia, franca e costruttiva.

 

Certo è che l'IIRD potrebbe farsi carico di promuovere la costituzione di 'isole diplomatiche' efficienti destinate alla presenza di quegli Stati che intendessero aderire al progetto, prive di costi di gestione per i Governi di tali Stati, ciò facendo mediante la proposizione di persone candidate a rappresentare 'onorariamente' il Paese o di affiancare un rappresentante diplomatico di carriera mediante funzioni complementari sempre di natura onoraria.

 

Il fatto di rendere nota attraverso un documento pubblico la  possibilità di avere una sorta di arruolamento di persone autocandidatesi a rappresentare onorariamente uno Stato, le quali si acciano carico di sostenere tutte le spese di rappresentanza, potrebbe di fatto risultare uno dei più corretti ed avanzati progetti di natura diplomatica reale.

 

E' intenzione dell'IIRD predisporre una bozza di progetto tipo di 'isola diplomatica' da sottoporre al parere di tutti i Membri in una Assemblea straordinaria da tenersi nell'anno 2001.

 

E' chiaro che si renderà utile una preventiva e massiccia divulgazione del progetto in modo da creare una sorta di sensibilizzazione preliminare utile alla raccolta di idee, di suggerimenti, di progetti concreti di sviluppo, di soluzioni ancorché temporanee degli inevitabili problemi che insorgeranno.

 

Tutti sono quindi chiamati ad una fattiva partecipazione ed il contributo di ciascuno rappresenterà il tassello importante di composizione del progetto che intendiamo chiamare 'isole diplomatiche'.

 

Con l'augurio di buon lavoro a tutti.

 

Dalla sede di Presidenza, gennaio 2000